7.45 bee bee bee beeep… snooze
Apro gli occhi. Non è casa mia.
Questa mattina non sono i Nomadini a fare “invasione di lettone” ma è l’iPhone a svegliarmi.
Quanto manca…
Sono su un divano, le coperte si sono attorcigliate, mi sento intrappolato. Il cuscino dove diavolo è finit… ah, eccolo lì per terra.
Che botta. Sono stanchissimo.
Mi guardo intorno, è una stanza carina.
A terra un tappeto morbido che mi aiuta a tirarmi su e mettere i piedi per terra, le finestre hanno delle tende da mercato in poliestere tendenti al rosso.
Entra una luce arancione in casa, amo questa cosa. Casa nostra non è esposta in modo da fare entrare luce al mattino, la abbiamo solo alla sera.
Me la godo.
In casa c’è silenzio, troppo.
Mancano le grida dei bambini, i capricci e i:
Manca tutto. Sono appena alla mattina del 3º giorno e mi sembra di essere via già da un mese.
Mancano le finestre aperte in camera che sembra di andare a bivaccare in Alaska e le luci accese che lascia Gretuzza ad ogni ora manco fossimo piante in attesa di fotosintesi.
Richiudo gli occhi. Penso 💭
“Assurdo come quelle cose che sembriamo odiare poi siano quelle che più ci mancano”
7.55 bee bee bee beeep… stop
Suona la seconda sveglia, l’iPhone non perdona.
Avrei voluto far passare questi ultimi 10 min a cucchiaio con Gretuzza, come facciamo tutte le mattine, strizzandoci.
Mi alzo. Ho 15 min per docciarmi. asciugarmi (per fortuna ho tagliato i capelli e ci vorrà pochissimo) vestirmi e preparare un giusto mindset per la giornata.
Apro il trolley, prendo una camicia e “pat”.
Cade per terra un pacchettino che era dentro la camicia. Ho un sesto senso.
Gli occhi si gonfiano, il respiro si fa corto.
Ho già capito, Gretuzza lo ha messo lì per me.
Tiro il nastrino rosso, si apre.
Dentro un ciondolino con scritto:
• CI VEDIAMO A CASA •

Prendo il telefono, schiaccio “Pinguino Amore” (vabbè questa è una lunga storia 😅, parliamo di Autogrill di Genova Ovest Febbraio 2010, poi ve la racconterò)
Stavo dicendo… prendo il telefono, faccio per chiamare Gretuzza.
Butto giù.
No, sarebbe troppo riduttivo.
Chiamarla e dire “grazie To, mi ha fatto davvero piacere”… pfff. Che banalità.
Prendo l’iPhone e iniziò a scrivere.
Voglio portarla nell’atmosfera che avevo in torno, fargli provare meglio la realtà è perché no, portarci anche voi.
Prendo il ciondolino, lo stringo tra le mani.
Sono emozionato.
Penso, siamo tantissimi su questo molto, miliardi e noi, noi abbiamo avuto la fortuna di trovarci.
Ci amiamo?
Parlo per me… non lo so, spero di no.
L’amore finisce, si spegne, cambia, muta.
Con Gretuzza c’è quel “non detto” che spesso dice tutto.
Vale mille volte l’emozione del primo amore ed è forte come una rivoluzione.
È tutto.
Guardò fuori dalla finestra. Il sole sta salendo sempre di più. Amo questo panorama “on the roof”.
Tra me e Gretuzza ci sono 118 km in linea d’aria, chilometro più, chilometro meno.
Ma lei è arriva qui con un ciondolo, c’è riuscita ed è più vicina che mai.
Io spero di essere arrivato lì con queste parole.
Beh, Si To, CI VEDIAMO A CASA 💙
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Grazie Sono Gretuzza per “essere” e grazie LOVE creations per incidere queste parole.
3 Comments
Francesca
Ciao Simo,
Questa è una delle volte in cui ti meriti un bel 10 con lode !!!! Sei un papà e un marito meraviglioso…non è necessario conoscerti di persona…l’amore per la tua famiglia si percepisce in tutto quello che scrivi…anche in una semplice foto !
Siete grandi ragazzi e i vostri bimbi sono fortunati ad avervi come.genitori…ogni tanto vi invidio…non tanto per la quantità di posti che visitate ma per la qualità con cui lo fate…vi.ammiro molto !!!!
Un grande abbraccio 💪💪😘😘😘
Sonogretuzza di famiglia Nomade
❤️
Simo di Famiglia Nomade
Ciao Fra 👋🏻
I vostri commenti ci riempiono gli occhi di meraviglia. È bellissimo averti, avervi qui.
Ci piace “arrivarvi” e raccontarvi chi siamo.
Che dire Fra, un super abbraccio sperando un giorno di conoscerci meglio