Latte (molto latte), sale e caglio.
Tre semplici ingredienti per una ricetta che ha migliaia di risultati in base a stagionatura e preparazione. Stiamo parlando del FORMAGGIO.
Qualche settimana fa siamo stati al Caseificio Tomasoni, una realtà che nasce nel 1955 nella campagna trevigiana da Primo, Nonno Primo, Bresciano di origini che vide in questo territorio l’opportunità di inizio di quella che sarebbe poi diventata una tradizione casearia.



Il nostro itinerario di oggi prevede un incontro con Eva, nipote di Primo Tomasoni ed oggi Manager in azienda, visiteremo la linea produzione, confezionamento ed infine visiteremo uno dei produttori locali di latte che fornisce il caseificio.
Beh, siamo emozionati, lo ammetto.
Il motivo della nostra emozione nasce dall’avere perso con gli anni la MAGIA DELLA PRODUZIONE di ciò che mangiamo trovando sempre tutto al supermercato ma oggi andremo nel cuore pulsante di questa azienda.
Cosa ci aspettiamo?
Tutto e niente!
Sappiamo che i formaggi vengono preparati con pochi ingredienti e la stagionatura e produzione gli conferiscono gusti particolari e molto diversi!
Appena conosciuta Eva ci racconta di come Tomasoni oggi si stia impegnando a livello mediatico per offrire un’informazione corretta sull’alimentazione, troppo spesso forviante ed incompleta con il programma BAMBINI A TAVOLA #bimbiatavolacontomasoni lo puoi trovare e seguire sulla pagina Instagram del marchio INSTAGRAM

C’è cura, amore e attenzione per quello che si fa in azienda ed ora, disinfettati e preparati con tute, cuffie ecc siamo pronti ad immergerci in questa realtà.
Si aprono le porte stagna ed un profumo intenso ci colpisce subito.
Non c’è più dubbio, siamo dentro, qui viene prodotto il formaggio.
Intravediamo in lontananza cisterne, tubi e decine di addetti.
Cerchiamo di capirci di più.
Eva ci fa strada, partiamo dalla fonte del processo.
Conosciamo Enrico, uno dei responsabili della digitalizzazione dell’azienda.
Dalla sua cabina in vetro ed attraverso uno schermo controlla i flussi di latte in entrata ed in uscita verso la produzione.
Subito accanto a lui i responsabili della qualità dal reparto chimico che controllano i vari valori delle materie prime e la loro eccellenza.
Salutiamo Enrico ed entriamo in una stanza gigantesca.
Un rumore assordante ed un profumo intenso.
Addetti a destra e a sinistra, tutti intenti nei loro compiti.
Chi dirige un tubo verso una vasca, chi pulisce e chi gira i formaggi, insomma, qui sembra che nessuno abbia una boccata d’aria ma si intravede sotto la mascherina il volto sorridente di chi ama ciò che fa e ride e scherza con i colleghi.


Tra tutti però intravediamo un volto famigliare.
Chiediamo ad Eva e ci risponde <è il mio papà>
Oh santo cielo, abbiamo il Sig. Tomasoni in prima linea? Ed io che me lo immaginavo in giacca e cravatta chissà in quale scrivania dell’azienda.
Ed invece no, camice, guanti, mascherina e cuffietta ed è li, spalla a spalla con tutti i dipendenti a portare avanti una tradizione casearia che ha decenni.
Eva ci dice che sono anni che provano a farlo “rallentare” un pochino ma nulla, lui ha il suo lavoro da portare a termine.
Dobbiamo parlarci.
Poche semplici frasi e abbiamo capito subito che nel suo lavorare c’è molta passione e subito “cattura” Leo e Cami che si mettono a “girare” le caciotte.
Ps. Qualcuno comprerà le caciotte girate da Leo e Cami in qualche luogo di Italia.
Salutiamo il Sig. Tomasoni e ci prepariamo alla linea di confezionamento.
TUTTO A MANO, si avete letto bene, tutto a mano.
Qui un team di uomini e donne super preciso confeziona ogni formaggio e lo stocca in contenitori isolanti pronti per le varie spedizioni nazionali.
Beh, insomma, bello bello.
Ma posso comprare anche io del formaggio?
Certamente che puoi!
Ci sono varie possibilità:
❏ Supermercati della grande distribuzione e piccoli negozianti, insomma ovunque.
❏ Presso lo spaccio che trovate fuori dal caseificio
❏ E-commerce (Sara pronto tra poco, torna a vedere questo articolo per saperne di più)
Salutiamo il caseificio e ci dirigiamo verso uno dei produttori di latte che, poco distante da lì, ne fornisce litri e litri al giorno alla linea di produzione.



Arrivati i bambini sono incontenibili e al grido di “LE MUUUCCHEEE” si fiondano su questo giganti.
Il fattore ci racconta come vengono tenute, accudite e coccolate queste macchine da latte con uno sguardo dolce da farti sciogliere.
Ci racconta il ciclo della vita, dai vitelli che poi crescono e prendono il posto delle mamme.
Ci ha colpiti una cosa in particolare: i grandi spazi di cui dispingono, l’organizzazione della fattoria e la dolcezza di queste mucche.
Qui , spiegava il fattore, le mucche vengono trattate come amiche, hanno i loro ritmi e vengono coccolate il più possibile.
Bene, anche questa avventura Nomade è giunta al termine e noi non possiamo fare altro che consigliarti questi prodotti.
Buon viaggio NOMADE